Il mio progetto che segue era teso a realizzare una sorta di piccolo "miracolo" (e forse, in maniera indiretta e traslata, vi sono persino riuscito). In primo luogo lo presentai, previa autentica, nel febbraio 2006 all'UNICEF, via email, e successivamente, il 23 settembre 2009, al Commissario Straordinario per l'Expo 2015, via raccomandata
(una manifestazione, quest'ultima, che ricordo si occuperà del tema della fame nel mondo).

Prima di passare alla descrizione del mio progetto, segnalo come l'efficace e brillante iniziativa Unicef: "Per ogni bambino nato, un bambino salvato" (in base alla quale le amministrazioni regalano una pigotta ai bambini nati nel corso di un dato anno) possa, forse, aver tratto ispirazione proprio da una rielaborazione speculare del mio progetto, di cui dirò.

Difatti, e se non erro, i primi a ricevere in dono una pigotta nel 2007, furono proprio i bambini nati nel 2006 (e il mio suggerimento lo ricordo era proprio del febbraio 2006, ossia di un anno prima rispetto alla prima consegna avvenuta, come detto, nel 2007).


Se così fosse, e come spesso accade, si tratterebbe di un'ulteriore attestazione che i miei progetti, in un modo o nell'altro, finiscono con l'avere spesso risvolti positivi per le comunità.

Titolo del progetto che suggerii
in primo luogo nel febbraio 2006

"La Moltiplicazione dei Fiori in Pani”

Finalità

Raccogliere fondi da devolvere ad iniziative caritatevoli, tra le quali il finanziamento di programmi di nutrizione per le aree in difficoltà.

Premessa

Come ribadirò in seguito (per i motivi che vedremo) ritengo che tale progetto non influirà, se non, forse, in maniera impercettibile, sul volume d'affari di chi opera a qualsiasi titolo nel settore della floricoltura. Eventuali piccole differenze potrebbero, comunque, essere sanate prevedendo la destinazione, a compensazione e a favore di questi operatori, di parte delle quote raccolte, grazie al metodo che esporrò in seguito. Se le previsioni d'interferenza (fatte da persone con più esperienza di me) fossero giudicate di ben altro spessore, si potrà sempre accantonare il progetto, in quanto è inutile fare del bene ad alcuni soggetti, se poi si creano problemi ad altri.

Presupposto alla base del progetto

Il presupposto alla base della mia strategia è che da molto tempo quasi tutti oramai acquistano fiori di stoffa finti per i cimiteri. Pochissime le persone che li acquistano freschi, del resto (tralasciando per un attimo il valore simbolico, che comunque nella mia soluzione verrà non solo mantenuto, ma anche potenziato) pochi di questi tempi possono permettersi investimenti infruttiferi.

La Strategia

La strategia consiste nell'instaurare (attraverso una facile campagna di sensibilizzazione) l'usanza di sostituire (in realtà come vedremo l'effetto più probabile sarà quello d'integrare) nei cimiteri, al posto dei fiori di stoffa (comunque finti) - o, al limite, di quelli freschi - un fiore di legno (trattato per resistere alle intemperie) venduto, diverso di anno in anno, con indicato l'anno di riferimento, il cui ricavato andrebbe totalmente o in gran parte al finanziamento di programmi di alimentazione per le aree in difficoltà.

NB a mio avviso, come anticipato e con ogni probabilità, il mercato dei fiori freschi non dovrebbe risentire di tale misura, in quanto chi aveva denaro per acquistarli seguiterà a farlo. Allo stesso tempo, credo avrà comunque piacere ad acquistare, una volta all'anno, anche un fiore di legno per una nobile causa.
Allo stesso modo chi è abituato ad acquistare fiori di stoffa finti, sostituendoli poniamo una volta all'anno, è più che probabile che continui ad acquistarli, affiancandoli al fiore di legno che avranno comunque piacere ad acquistare, date le sue finalità umanitarie.

La realizzazione dei fiori

La realizzazione dei fiori, a mio avviso, potrebbe avvenire (non solo per scopi pubblicitari), ad esempio, presso carceri o presso paesi Terzi, seguendo in questo ultimo caso i principi del commercio equo e solidale. L'ente realizzatore sarebbe, comunque, libero di scegliere i canali di fornitura che riterrà più opportuni.

Canali e tempi di vendita

In quanto ai canali di vendita, oltre alle Chiese, si potrebbero coinvolgere, ad esempio, gli stessi fiorai, a patto che trattengano per loro una percentuale contenuta sul prezzo di vendita. In quanto ai tempi in cui favorire la vendita di questi fiori, la scelta potrebbe cadere ad esempio il primo dell'anno o quando si riterrà più opportuno (magari in occasione del giorno dei defunti, o dell'anniversario della dipartita di una persona, etc..).

Eventuali sostegni al settore

Come anticipato, se tale soluzione, a differenza di quanto creda, dovesse portare ad una avvertibile flessione nel fatturato dei produttori di fiori freschi, una quota parte delle somme riscosse potrebbe essere loro destinata, a titolo di compensazione. Lo stesso dicasi per i venditori di fiori freschi al dettaglio, ai quali potrebbe, inoltre, essere riservata, come anticipato, la facoltà di vendita dei fiori di legno. Caso mai (e sempre a mio avviso), la flessione potrebbe interessare, invece e in qualche misura, i produttori di fiori di stoffa finti; sebbene è più probabile che questi tipi di fiori continuino ad affiancare quelli di nuova concezione. In ogni caso, a differenza della prima tipologia d'imprenditori, ho ragione di credere che, questi ultimi, non avrebbero alcuna difficoltà a riorientare i loro investimenti su altri articoli, senza venire per questo penalizzati.

Punti di forza di un possibile successo della mia strategia

Riguardo la mia strategia ho motivo di ritenere che i fedeli possano sposare volentieri una simile scelta, ciascuno avendo a mente propri motivi, riconducibili essenzialmente a tre casistiche, che di seguito ho delineato: a) quelli che sono decisamente la maggioranza, direi il 95%, già abituati per ragioni economiche e loro malgrado all'acquisto di fiori di stoffa, che troveranno, sicuramente, più appagante, nonché, motivo di ritrovato orgoglio, acquistare periodicamente, a cadenza annuale, un fiore di legno che avrà sì, un prezzo non contenuto in riferimento al suo valore intrinseco (supponiamo 25,00 euro, contro un valore reale di 1,00 euro) ma che però includerà una somma devoluta in tutto o in gran parte ad opere di bene; b) quelli, sempre più rari, intorno all'5% io credo, che sono abituati all'acquisto periodico di fiori freschi per il cimitero e che, in parte (nella misura ritengo di uno su cinque, l'1 % complessivo quindi) potrebbero sposare tale nuova scelta, semplicemente, perché più economica, riducendo, magari, la frequenza d'acquisto dei primi; c) quelli che, facendo sempre parte dell'5% di cui al punto precedente, seguiteranno ad acquistare periodicamente fiori freschi per il cimitero, nella stessa quantità di prima, pur acquistando volentieri una volta all'anno un fiore in legno che racchiude le finalità sociali viste.

Breve analisi circa la portata della mia soluzione

Facendo un'ipotesi minima, con riferimento al solo nostro paese e considerate le circa 20 milioni di famiglie (buona parte, con almeno un defunto da onorare), è ipotizzabile, supposto che una su cento aderisca alla mia iniziativa, la vendita annua di un numero di pezzi non inferiore a 200.000, capace quindi di generare un entrata annua pari a cinque milioni di euro. Cifra che si moltiplicherebbe esponenzialmente se adottata su scala globale.

Tanto per dare un altro dato, per la festa del due novembre 2009, Coldiretti stimò che sarebbero stati recisi e venduti oltre 200 milioni di steli (fonte: La Nazione del 02/11/2009).

Ulteriori Considerazioni di rilievo

In conclusione, mi limito ad aggiungere che fiori come quelli da me ipotizzati, e con gli obiettivi visti, potrebbero trovare impiego anche in altre occasioni, come per esempio durante la festa di San Valentino (in tal caso con la possibilità eventuale di personalizzare il proprio fiore con un'incisione sopra).

O, ancora, simili fiori (per esempio nella forma di tulipani o rose bianche), potrebbero ornare le chiese di quegli sposi che preferiscono rinunciare ai doni degli invitati, destinando i soldi in beneficenza
.

Non è da escludere nemmeno un'attività di affitto e di addobbo delle chiese con tali fiori, da parte, per esempio, delle stesse parrocchie, o, forse e preferibilmente, da parte dei fiorai, al fine di garantirgli comunque un qualche margine di profittabilità (in ogni caso credo ne verrebbe a beneficiare anche l'ambiente, visto il probabile minor consumo d'acqua da destinarsi alla floricoltura).

Promemoria: Questo mio progetto (che autenticai diversi anni fa), oltre a portarlo all'attenzione del Commissario Straordinario per l'Expo, lo inoltrai per la prima volta e in due occasioni alla sede Italiana dell'UNICEF nel febbraio 2006.

segue il link ad una delle mie
prime autentiche della soluzione
in esame, risalente al dicembre
2005
(nb tale misura non la
portai all'attenzione del Vescovo,
ma del suo Segretario)

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segue il link alla prima pagina
della mail che inoltrai all'Unicef,
meno di due mesi dopo, nel febbraio
2006, riguardante il progetto in esame


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segue il link alla prima pagina della
seconda mail con cui, nel marzo
2006, segnalai all'Unicef di non
aver ricevuto alcuna risposta al
mio progetto che gli inviai
nel mese precedente

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seguono i links all'allegato C
della seconda documentazione che
inoltrai al Commissario Straordinario
per l'Expo 2015 il 23 settembre 2009,
in cui ho trattato il progetto in esame

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segue il tagliando che documenta
il ricevimento della mia raccomandata
da parte dell'allora Commissario
Straordinario per l'Expo 2015,
Letizia Moratti, che era allora,
anche, il sindaco del
comune di Milano.


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segue il link ad un editoriale
pubblicato in prima pagina su
La Nazione del 30 ottobre 2011,
e quindi oltre sei anni dopo che
ideai e suggerii il mio progetto,
in cui si esaltava l'invito di un
parroco a non eccedere nell'acquisto
di fiori per i defunti, donando il
corrispettivo ad opere di bene.
Una soluzione che, almeno negli
aspetti di fondo, non nel metodo,
è simile a quella che ideai
e suggerii anni prima


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segue il link ad un articolo del
due novembre 2009 dove Coldiretti
stimava che gli steli recisi
e venduti in quell'occasione
sarebbero stati oltre 200
milioni (questo dà un'idea
degli importi in discussione)

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